Luisa Ranieri

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Attrice di teatro, cinema e televisione, Luisa Ranieri debutta nel 2001 sul grande schermo come protagonista nel film “Il principe e il pirata,” diretto da Leonardo Pieraccioni. Nel 2003 è Assunta Goretti, la madre della celebre santa, nella miniserie TV di Rai Uno, “Maria Goretti,” regia di Giulio Base. L’anno seguente è protagonista della miniserie in sei puntate, “La omicidi,” con Massimo Ghini, regia di Riccardo Milani dal quale viene diretta anche nella miniserie in due puntate, “Cefalonia” (2005), in cui è protagonista insieme a Luca Zingaretti, suo attuale compagno. Nel 2004 è protagonista di “Eros: Il filo pericoloso delle cose,” diretto da Michelangelo Antonioni. L’anno successivo interpreta il ruolo di Maria Callas nella miniserie “Callas e Onassis,” diretta da Giorgio Capitani e trasmessa da Canale 5. Inoltre affianca Adriano Celentano nel programma di Rai Uno, “Rockpolitik.” Nel 2007 ritorna sul grande schermo con il film “SMS – Sotto mentite spoglie,” diretto da Vincenzo Salemme, e nel 2008 su Canale 5 con le miniserie “O professore,” di Maurizio Zaccaro, con Sergio Castellitto, presentata in anteprima durante il Roma Fiction Fest del 2007, e “Amiche” mie, regia di Luca Miniero e Paolo Genovese. Nel 2009 è nuovamente nei cinema con il film di Pupi Avati, “Gli amici del bar Margherita.” Tra il 2009 e il 2010 recita in teatro con “L’oro di Napoli” di Gianfelice Imparato e Armando Pugliese, quest’ultimo anche il regista dello spettacolo, trasposizione teatrale dei racconti di Giuseppe Marotta divenuti celebri grazie all’omonimo film di Vittorio De Sica. Nel 2010 la vediamo in “Letters to Juliet” con Amanda Seyfried, Vanessa Redgrave e Franco Nero e nel 2021 in “The Hand of God” di Paolo Sorrentino. Quest’anno torna a lavorare con Sorrentino in “Parthenope” e appare in ¨Modi: Three Days on the Wings of Madness” di Johnny Depp.

Al Festival Internazionale del Cinema di San Sebastián 2024, Tara Karajica parla con Luisa Ranieri della sua fiorente carriera, il suo ruolo in ¨Modi: Three Days on the Wings of Madness,” presentato in anteprima al festival, e la posizione delle donne nell’attuale panorama cinematografico.

 

 

 

 

Cosa lha attratto dal personaggio di Rosalia Tobia?

Luisa Ranieri: Mi ha attratto il fatto che fosse una donna che era sensibile e amante dell’arte nonostante lei facesse una vita, diciamo, normale perché lei è stata una modella e quindi era sensibile all’arte, al nuovo ed era accogliente. Era una donna molto forte e capace di difendersi se ce n’era bisogno però era come una mamma per tutti questi artisti squattrinati che avevano bisogno di un posto dove mangiare e lei in qualche modo anche se non era mai sicura di essere pagata era un punto di riferimento.

Era modella, cuoca, mamma, come dice, ma era anche amica.

L.R.: Era soprattutto l’amica di Amedeo e gli univa il fatto che erano due emigranti. Quindi, erano due persone di un altro paese che gli accomunavano le stesse cose, le stesse educazioni, diciamo, la stessa cultura.

Come si è preparata per questo ruolo?

L.R.: Quando ne ho parlato con Johnny [Depp], voleva che venisse fuori il lato materno di questa donna e quindi ho pensato a Modigliani come a un ragazzaccio che andava rimesso un po’ sulla strada giusta, quindi in un modo un po’ materno di educare. E poi, mi hanno aiutato moltissimo i vestiti, anche entrare in quell’epoca, in quella femminilità, che era una femminilità di donne che hanno costruito poi il nostro paese, ma un po’ tutto il mondo femminile. Poi era una donna molto moderna, perché per l’epoca era sola, capace di badare a se stessa, amante dell’arte, quindi l’ho pensata come una donna moderna.

Ma anche femminista, direi.

L.R.: Per cui lo dico moderna, in questo senso l’ho pensata non come una donna legata alla sua epoca, ma come una donna di oggi, perché lei era un po’ avanti, così come il personaggio di Beatrice. Due personaggi femminili con una visione un po’ più avanti della situazione storica che vivevano.

Lei come attrice riesce a dissociarsi dalla sua persona per interpretare qualcunaltro?

L.R.: Assolutamente!

E come lo fa?

L.R.: Beh, anche attraverso i costumi, la creazione del personaggio, di non riproporre Luisa, ma di andare in un’altra direzione, un’altro mondo.

Ma ci rimane un pezzo di lei?

L.R.: Rimane secondo me l’umanità quella per forza di cose. Un po’ l’energia che hai, puoi trasferire un po’ nei personaggi però cerco sempre ogni volta di esplorare qualcosa di diverso, lontano anche da me.

Cè un film che lha cambiato così profondamente o ha cambiato la sua vita o il suo modo di vedere il mondo?

L.R.: Ho fatto per esempio un film, forse un anno fa, che è uscito, che si chiama Nuovo Olimpo di Ferzan Özpetek, in cui facevo una donna molto sola, un po’ alcolizzata, un po’ triste, un po’ che nascondeva questa tristezza, che poi la ritrovi da anziana nella sua solitudine. E quel cambiamento, anche fisico, mi ha fatto capire che potenzialmente siamo tante cose. Possiamo essere tante cose. È stato un bel viaggio.

E lei, come Rosalia, è femminista? Che ruolo ha il femminismo nella scelta di suoi ruoli?

L.R.: Io scelgo sempre delle donne molto forti. Sono più attratta dalle donne forti. Sono attratta dalle donne che hanno sconfitto barriere. Sono attratta da donne che sono riuscite in qualcosa in cui gli altri prima pensavano che non potessero riuscire, quindi è proprio una cosa che vedo quando leggo e poi sono attratta da quei personaggi, quindi accetto quei film perché li trovo più consoni anche al mio modo di essere.

Cosa pensa della situazione delle donne nel cinema oggi? Come vede la situazione in Italia?

L.R.: Molto migliorata rispetto a prima, tantissimo. Adesso comunque si fanno dei film di più colori femminili. Io ho appena finito un film dove siamo 18 donne. Si chiama Diamanti. I diamanti sono le donne. Siamo 18 donne che lavorano in questa sartoria, quindi questo è un segnale forte di qualcosa che sta piano piano cambiando, ma ovviamente sono percorsi generazionali, quindi tu lanci un seme e piano piano una situazione evolve. Certo è che siamo passati da un cinema prevalentemente maschilista a un cinema adesso dove ci sono i due generi e piano piano cresceremo.

C’è una regista con cui le piacerebbe lavorare?

L.R.: Alice Rohrwacher, Valeria Golino… Non ho mai lavorato con una regista, quindi mi piacerebbe moltissimo misurarmi con delle registe donne. Che ne so, magari capita pure una regista straniera. Mi piacerebbe in generale confrontarmi con il femminile che sul set non è ancora mai successo.

Quali sono i suoi prossimi progetti?

L.R.: Ho appena finito questo film che è in uscita adesso. Prima quello di Sorrentino, poi quello di Ferzan Özpetek per l’Italia e poi ho un progetto serie TV per la TV italiana che mi porterà via quattro o sei mesi.

 

 

 

Photo: Cortesia del Festival Internazionale del Cinema di San Sebastián.

Quest’intervista fu fatta durante il Festival Internazionale del Cinema di San Sebastián 2024.

Tara Karajica

Tara Karajica is a Belgrade-based film critic and journalist. Her writings have appeared in "Indiewire," "Screen International," "Variety," "Little White Lies" and "Film New Europe," among many other media outlets, including the European Film Academy’s online magazine, "Close-up" and Eurimages. She is a member of the European Film Academy, the Online Film Critics Society and the Alliance of Women Film Journalists as well as the recipient of the 2014 Best Critic Award at the Altcine Action! Film Festival. In September 2016, she founded "Yellow Bread," a magazine dedicated entirely to short films, ranked among the 25 Top Short Film Blogs and Websites on the Planet in 2017. In February 2018, she launched "Fade to Her," a magazine about successful women working in Film and TV and in 2019, she was a member of the Jury of the European Shooting Stars (European Film Promotion). She is currently a programmer for live action shorts at PÖFF Shorts, Head of the Short Film Program and Live Action Shorts programmer at SEEFest and Narrative Features Programmer at the Durban International Film Festival. Tara is a regular at film festivals as a film critic, moderator and/or jury member.

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